La donna di Palma ha aggredito l’ex marito
Il procuratore di Agrigento, Giovanni Di Leo, scrisse un messaggio agli organi di informazione e raccomandò prudenza quando lo scorso 5 dicembre Saro Gioacchino Morgana, 48 anni, di Palma di Montechiaro, è stato raggiunto e piantonato dalla Polizia all’ospedale “Cannizzaro” a Catania perché poche ore prima a casa sua, a Palma di Montechiaro, avrebbe lanciato acido contro l’ex moglie, Silvana Sfortuna, 50 anni, subendo anche lui gravi ustioni nel corso della colluttazione. Il procuratore Di Leo in sintesi ammonì: “La diffusione incontrollata di notizie di stampa sta determinando concreto pregiudizio alle indagini. Lo stato del tutto preliminare delle indagini non consente alcuna conclusione di alcun genere. L’interesse pubblico su una simile vicenda non può e non deve scadere nella morbosità, nel linciaggio mediatico o nella formazione e diffusione di voci e notizie incontrollate. Si raccomanda a tutti pertanto la massima cautela”. Dall’intervento del magistrato si è ricavata, molto sotto traccia, la supposizione che la narrazione di quanto accaduto sarebbe stata diversa, e che, addirittura, Saro Gioacchino Morgana fosse stato aggredito lui dall’ex moglie, come ha più volte ripetuto. Tuttavia lo scorso 15 dicembre il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Agrigento ha confermato la misura della custodia cautelare in carcere a carico di Morgana, contestandogli il reato di lesioni personali gravissime. Ebbene adesso l’inchiesta ha subito una inversione di marcia a U. Infatti, i poliziotti del commissariato di Palma di Montechiaro e della Squadra Mobile di Agrigento, lanciati dalla Procura, hanno arrestato e trasferito in carcere Silvana Sfortuna, contestandole i reati di calunnia e deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso. L’articolo 368 del codice penale descrive così il reato di calunnia: “Chiunque incolpa di un reato taluno che egli sa innocente, ovvero simula a carico di lui le tracce di un reato, è punito con la reclusione da due a venti anni secondo le aggravanti”. E la donna, denunciandolo, avrebbe calunniato l’ex marito, avendolo lei aggredito lanciandogli addosso sostanza corrosiva. Dopo essere stata dimessa dall’ospedale “San Giovanni di Dio” ad Agrigento con 20 giorni di prognosi, Silvana Sfortuna, intervistata da una troupe de “La vita in diretta” in onda sulla Rai, ha raccontato: “Quello che mi è successo è una cosa che spero e mi auguro non succeda mai a nessuno perchè ho passato l’inferno. Quel giorno mi sono recata a casa per recuperare uno zainetto di mia figlia, e avevo avvertito mio marito con dei messaggi, e lui gentilmente mi ha detto ‘sì, non ti preoccupare, te lo faccio trovare’. Ho sottovalutato mio marito perchè non immaginavo che mi poteva fare un agguato del genere. Mi sono presa lo zainetto e vicino c’era la bottiglietta e poi ho capito cosa era: pronta, con il tappo aperto, era programmato, secondo me. Ha incominciato a spruzzarmela addosso e a dire ‘ti sfregio tutta’. Ho avuto la forza con la mano di capovolgere la bottiglia verso di lui che ha iniziato ad urlare, si teneva la faccia, e io sono riuscita a scappare. Ho avuto paura di morire, ma mi sono fatta forza per mia figlia”.